di Andrea Montanari
Schizofrenia pura a Piazza Affari nel primo giorno del doppio aumento di capitale da 2,2 miliardi complessivi di Fondiaria-Sai e Unipol. Le azioni (ordinarie, di risparmio e privilegiate) hanno avuto un andamento, molto più che positivo, mentre i diritti sono crollati. Oscillazioni legate soprattutto alla natura iperdiluitiva dei due aumenti (95,2% per Unipol e 99,6% per FonSai) che ha impedito ad alcuni dei titoli coinvolti di concludere anche un solo scambio, lasciando gli altri in asta di volatilità per quasi tutta la seduta, con volumi ridottissimi. A brillare sono state soprattutto le azioni Fon- Sai: le ordinarie sono balzate da 1,176 a 2,586 euro (+119,8%), mentre le risparmio hanno messo a segno un rally del 2999,86% volando da 0,721 a 22,35 euro; bene anche la galassia Unipol: le ordinarie sono passate da 2,5 a 3,58 euro (+43,2%), mentre le privilegio hanno visto incrementare il valore unitario da 1,162 a 1,49 euro (+28,24%). Di tutt’altro segno i vari diritti: quello sulle FonSai ordinarie è sceso da 44,47 a 26,69 euro (-39,98%), quello sulle risparmio da 39,28 a 23,57 euro (-39,99%). Mentre quello sulle ordinarie di Unipol è crollato da 10 a 4,74 euro (-52,6%) e, infine, quello sulle privilegio da 3,738 a 1,45 euro (-61,21%). Difficile, secondo gli analisti, dare un giudizio di merito dopo le prime ore di contrattazione. Alcuni suggeriscono di concentrare l’attenzione sui diritti dove, dopo la separazione delle azioni, si raccoglie la gran parte del valore delle due compagnie. Il calo registrato ieri, secondo alcuni broker, indica un avvio di aumento in cui prevale da parte degli azionisti la volontà di vendere per tre ragioni: o perché non intenzionati a sottoscrivere l’aumento o perché preferiscono rientrare a prezzi più bassi nella fase di negoziazione o infine per procurarsi liquidità nell’intento di seguire solo in parte l’aumento. Sul balzo delle azioni, invece, avrebbe contribuito anche la chiusura di opzioni di acquisto. A questo punto la volatilità, fanno sapere dalle sale operative, è comunque destinata a restare alta a lungo: i diritti potranno essere negoziati fino al 25 luglio e potranno essere esercitati fino all’1 agosto. Aveva quindi visto giusto la Consob nel mettere in allerta investitori e risparmiatori e nel sottolineare, venerdì scorso, la massima attenzione sulla doppia ricapitalizzazione. A benedire l’operazione di integrazione che tra oggi e domani vedrà Unipol versare fino a 400 milioni con l’aumento di capitale di Premafin a lei riservato, è stato ieri il presidente dell’Ania, Aldo Minucci, per il quale «tutti gli elementi che portano a un rafforzamento dell’andamento del mercato e delle compagnie non possono che essere valutati positivamente». Per il numero uno dell’associazione, «la costituzione di un organismo che ha una presenza così significativa sicuramente è un elemento di stabilità per entrambe le compagnie ». Mentre in merito alle richieste dalla Consob relative alle riserve tecniche, Minucci ha risposto che «sono state fatte alcune osservazioni sulla tenuta delle riserve che però sono oggetto di stime; quindi, come tali, non sono così puntuali e precise». Ad ogni modo, precisa il presidente dell’Ania, «io do sempre fiducia alle persone e sono convinto che i bilanci siano fatti in maniera seria, soprattutto dopo che c’è stato un approfondimento » importante come nel caso della maxi fusione a 4 tra le stesse Unipol, FonSai, la holding Premafin e la controllata Milano Assicurazioni. Intanto, ieri, il cda della Milano ha confermato Emanuele Erbetta amministratore delegato e Massimo Pini presidente. Inoltre, il board ha attribuito specifici poteri, oltre che a Erbetta, anche al consigliere Piergiorgio Peluso, direttore generale della controllante FonSai. Il comitato esecutivo della Milano sarà composto da Erbetta, Pini, Peluso, Enrico De Cecco e Giuseppe Lazzaroni. Mentre Nicola Maione, Nicola Miglietta, Ugo Milazzo e Antonio Salvi sono stati nominati componenti del comitato per le operazioni con parti correlate che continuerà a essere coinvolto nelle trattative dell’operazione Unipol e approfondirà gli aspetti legati alla relazione del collegio sindacale sulle denunce relative alle operazioni compiute negli scorsi anni con le società della famiglia Ligresti. Infine, Sator e Palladio hanno depositato il ricorso al Consiglio di Stato contro la decisione del Tar del Lazio, che la scorsa settimana ha respinto la richiesta di sospendere il via libera dell’Irvap all’ingresso di Unipol e Finsoe in Premafin. (riproduzione riservata)